Il Piano Marshall e l'Italia by Francesca Fauri

Il Piano Marshall e l'Italia by Francesca Fauri

autore:Francesca, Fauri [Fauri, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Economia, Saggi
ISBN: 9788815145840
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


Assistenza sanitaria

11

Aiuti costruzioni edilizie-UNRRA CASAS

14

Miglioramento produzione agricola

5

Contributo costituzione enti comunali di consumo

5

Lavorazioni tessili

4

Spese missione e finanziamento amministrazione UNRRA

5

Totale

55

Fonti: ACS, PCM, Segreteria De Gasperi, b. 10 DGAE Uff. IV Appunto per il ministro, 5 gennaio 1946 e anche Woodbridge, UNRRA, cit., vol. II, p. 15.

Per quanto riguarda invece il fondo lire sul programma AUSA (maggio 1947), i versamenti venivano effettuati sul «conto 1041 della Banca d’Italia intestato Fondo Lire AUSA sul quale opera la firma del presidente dell’Amministrazione Aiuti Internazionali, previo benestare del Direttore della Missione AUSA»[73]. Venne concordato un piano di utilizzo basato su un ammontare stimato di 40,5 miliardi di lire, dei quali 25 destinati a opere già previste nel bilancio statale e 15 a opere di assistenza varia (ad esempio ospedali e refezione scolastica). I 25 miliardi già impegnati vennero suddivisi fra: opere di bonifica e irrigazione 4,3 miliardi, ricostruzione ferroviaria 12,7 miliardi, lavori pubblici 7,9 miliardi, case 3,5 miliardi (UNRRA CASAS), corsi riqualificazione professionale 1,5 miliardi, programmi di assistenza vari 6 miliardi e infine spese di gestione 1,7 miliardi.

Nel dicembre del 1947 si firmò quindi la bozza di accordo fra il governo statunitense e quello italiano per la concessione degli Aiuti Interim Aid. La principale differenza con l’accordo AUSA stava in una sostanziale modifica relativa all’utilizzo del Fondo lire derivante dagli aiuti in questione. Con la formula ora adottata, il governo americano (su pressione del ministro Campilli nel corso di una missione a Washington) aderì completamente alla tesi che il Fondo dovesse essere destinato anche al risanamento del bilancio statale e al rafforzamento della moneta. Nessuna menzione venne fatta per impieghi di «relief e work relief» che erano alla base degli accordi precedenti[74]. Una metà del fondo lire derivato dagli aiuti ad interim (e approvato con decreto legislativo il 14 febbraio 1948 n. 153) venne pertanto destinato ad apportare effettive riduzioni al debito pubblico italiano e per il ritiro di moneta in circolazione. In pratica quindi, il piano di utilizzo del CIR, ricevuto l’assenso della missione americana e del National Advisory Council, prevedeva la seguente ripartizione: ferrovie 28 miliardi, agricoltura 20 miliardi, lavori pubblici 4 miliardi per un totale di 52 miliardi di lire. I restanti 53 miliardi di lire (su un totale di 105 miliardi) vennero destinati alla riduzione del debito pubblico italiano[75].



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